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giovedì 20 agosto 2015

PRIGIONIERA DI UN AMORE MEDIATICO di Daniela Manelli Trionfi - Presentazione a Tione il 21 Agosto




Dopo i libri “Paradise”, “Cinquepuntotto. Lunedì Santo, 6 aprile 2009. Ora 3.32”,  e il pieghevole “Tione-Barga”, pubblicati rispettivamente nel 2008, 2010 e 2009 dall'editore  Arkhè, che raccolgono poesie ed alcuni scatti fotografici, la poetessa Daniela Manelli Trionfi presenta la sua ultima opera, la raccolta di poesie “Prigioniera di un amore mediatico” (edizioni Arkhè).
  La presentazione si svolgerà nella suggestiva cornice di Tione, paese d’adozione della poetessa,  il 21 Agosto alle ore 18:00 nell’ambito delle celebrazioni patronali. Moderatore dell’incontro sarà il professor Gino Vespa, docente all’Università di Perugia, con gli interventi della dottoressa Erica Marchione (curatrice dei testi, autrice della prefazione e dei testi di apertura dei canti) e della poetessa aquilana Alessandra Prospero (autrice dell’analisi e del commento dell’opera).
In occasione dell’imminente presentazione, abbiamo rivolto alcune domande a Daniela Manelli Trionfi:

“Prigioniera di un amore mediatico” è il titolo del libro, ci spieghi cosa ha voluto raccontare in versi.
Dell'amore si è scritto e detto sempre tanto, ma nonostante ciò sottrarre l'amore al giudizio è ancora un'utopia; è questo il messaggio che volevo dare: l'amore non è mai volgare e si può raccontare con disinvoltura, senza per forza spogliarlo della sua spiritualità; ed è proprio in questa dimensione che il mio libro si colloca: tra il sacro e l'indecoroso, tra la verità e la menzogna, tra la realtà e la finzione.

Cos’è l’ispirazione per la poetessa Daniela Manelli Trionfi?
L'ispirazione è la mia forza; quando arriva, mi libera di sentimenti che altrimenti mi avvelenerebbero e trovo pace nell'animo.

Questo libro segna per lei una svolta: che ruolo riveste per la tua carriera artistica?
Questo libro ha significato per me un momento di maturità importante dal punto di vista artistico: per la prima volta ho avuto il coraggio di mettermi in gioco e di dare fiducia alle mie ispirazioni sotto vari punti di vista: da un punto di vista letterario il progetto di questo libro è stato ambizioso, perché  ha chiamato in causa delle autorità letterarie "sacre"come Dante Alighieri, Catullo, Saffo, Pasolini, Leopardi e Pascoli di fronte alle quali sarebbe stato facile fare brutta figura; da un punto di vista umano ho dovuto trovare il coraggio di trattare dei temi che in molti avrebbero considerato scabrosi, esponendomi ad eventuali critiche.

Ci illustri i tuoi progetti futuri.
I progetti sono molti: mi piacerebbe scrivere sulle opere di Giovanni Pascoli e sto lavorando alla Divina Commedia insieme alla Dott.ssa Erica Marchione.
Ma la mia prossima uscita sarà un omaggio ad Ignazio Silone, perché condividendo la sua idea che "L'arte è un fiore selvaggio, ama la libertà", ho voluto intitolare la collana di cui fa parte questo libro "Fiore Selvaggio" e ho intenzione di continuare su questa linea, magari con un genere letterario misto; quest'idea mi ha rapita mentre chiacchieravo con l'editore alla pubblicazione del libro attuale, e mi è parso subito chiaro che quella sarebbe stata la strada da seguire.